Cosa sono i bias?

cosa sono i bias

Cosa sono i bias?
I bias sono una scorciatoia che la nostra mente prende per facilitarci il lavoro di pensiero. La prima volta che ho letto ‘Bias cognitivi‘ era all’interno di un contesto per apprendere le capacità di giudicare senza pregiudizi. Capacità lodevole, in questo mondo.
Perché i Bias cognitivi sono importanti?
Perché è attraverso i bias cognitivi che prendiamo decisioni affrettate, giudizi frettolosi e in alcuni casi decisioni che ci negano la conoscenza di persone e realtà diverse dalla nostra. Per questo motivo hanno un impatto rilevante sulla nostra vita. Conosciamoli insieme.

Ogni giorno siamo bombardati da tante informazioni e nel momento in cui prendiamo una decisione, a volte, la nostra mente prende una scorciatoia tra le tante informazioni assimilate, insomma, la strada più breve, perché meno faticosa. Dare un nome ai Bias cognitivi ci consente di prendere coscienza di noi stessi. Di conseguenza, possiamo prendere decisioni migliori.

La nascita del concetto di “Bias Cognitivi” si ha negli anni ’70, durante uno studio da parte dei psicologi con il fine di comprendere in che modo le persone maturano decisioni in contesti con pochi elementi disponibili.

Lo studio dei bias cognitivi è importante nelle scienze sociali, nel marketing, finanza…
I professionisti di questo settore ne conoscono il nome e gli esiti, ma per una conoscenza personale, vi propongo i bias cognitivi che sicuramente riconoscete appartenervi.

Scopriamo i bias più comuni

Il mio preferito, ‘l’effetto alone’: una persona bella è anche una persona intelligente. Sicuro è un giudizio che avete posto almeno una volta, se una persona è bella deve essere necessariamente brava (vale anche il contrario).

Il primo che ho riconosciuto appartenermi è ‘affect heuristic‘: la percezione della realtà è influenzata da ciò che desideriamo al momento. Il mio esempio di vita: Stranamente, non avevo mai notato che circolassero tanti modelli di auto, e nessuno mi aveva mai colpito fino al momento in cui mi sono recata in una concessionaria, ho individuato un modello a me più congeniale e da quel momento era il modello che più vedevo circolare sulle strade. Ricordo di aver pensato: se in molti hanno acquistato questo modello significa che è un auto che ha del potenziale.

Quello che mi appartiene di meno è il ‘bandwagon bias‘. L’ idea che crediamo ci appartenga in realtà è stata sviluppata perché condivisa da un gran numero di persone. E’ solito ripetere alle mie figlie: ‘siate la voce fuori dal coro’. non unitevi all’idea della massa solo perché tale. Cercate di avere una vostra opinione e difendetela. Medesimo discorso lo si può applicare anche al concetto di azione.

Vi presento quello che ci incasina maggiormente ‘l’anchoring‘: generiamo giudizi ed opinioni sulla base della prima informazione che riceviamo nell’immediato. Questo, lo devo ammettere, è molto dura da aggirare perché richiede tempo (a volte ci piace sentirci tipi istintivi). Prendiamoci del tempo per ricercare maggiori informazioni e formulare così un opinione più veritiera.

Il più facile da capire  ‘Implicit stereotype’: se una persona appartiene ad un gruppo sociale, ad essa gli vengono attribuiti caratteristiche specifiche del gruppo a cui appartiene.

Non riuscirò mai a gestire l’ ’hyperbolic discounting‘: il bias che ti guida a scegliere il piacere immediato a sfavore delle felicità a lungo termine. Uno dei miei errori frequenti è quello di mangiare del cioccolato, per affrontare la giornata, nonostante abbia già mangiato la mia dose giornaliera dichiarando a me stessa: ‘domani non mangerò alcun cioccolatino’. Proposito che difficilmente attuo. Un altro mio errore: studio dopo perché ho molto tempo a disposizione, sono comunque preparata. La verità è che rimandare la preparazione agli studi, non mi ha fatto brillare agli esami come credevo.

L’ultimo che porto alla vostra attenzione è quello definito “il più pervasivo e potenzialmente catastrofico tra i bias cognitivi” (fonte: The psychology of judgment and decision making, Plous(1993)): Illusion of superiority: sovrastimare le proprie capacità rispetto alle capacità degli altri.

Conclusioni e suggerimenti

Ora possiamo affermare di avere appreso nuove informazioni su noi stessi. Alcune ci hanno fatto sorridere, altre ci hanno dato la consapevolezza che, con un lavoro interno, possiamo migliorarci, in qualsiasi campo che noi ci prefiggiamo di raggiungere: sociale, familiare o economico.

Sulla base di questi propositi abbiamo realizzato un diario della crescita. Attraverso 7 semplici domande giornaliere, possiamo migliorare noi stessi.

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Monia Favale

Lavoro con passione. Le mie passioni sono: la terra, l’ambiente, la programmazione e crescere le mie figlie. Non sempre in questo ordine.


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